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Tetto ventilato e non ventilato: cosa cambia?
Spesso sottovalutato, il tetto, svolge una funzione molto importante per la casa, sia come chiusura con l’esterno e protezione dagli agenti climatici sia come elemento che contribuisce al benessere interno degli ambienti della casa. Nella scelta del pacchetto tecnologico del tetto bisogna tenere ben presenti le necessità date dal luogo e dalla destinazione d’uso. Cosa cambia tra un tetto ventilato e un tetto non ventilato? Iniziamo dal punto di vista normativo: la norma UNI 9460:2008 definisce le caratteristiche delle coperture discontinue e le divide tra ventilate e non ventilate, indicandone le caratteristiche e le modalità di posa, fino alle garanzie dei materiali.
Vediamo come funzionano e quali sono le differenze.
Tetto ventilato per il benessere della casa
Il tetto ventilato, come si intuisce dal nome, prevede un’intercapedine per il passaggio dell’aria tra lo strato isolante e il manto di copertura. È fondamentale un flusso continuo dell’aria dalla linea di gronda al colmo, per avere un funzionamento ideale. Un tetto ventilato può essere di tipologie diverse, i principali sono i metodi di posa a listelli o puntiformi, dove quello che varia è la sezione della camera d’aria e la continuità o meno del flusso d’aria.
In questa tipologia di tetto la circolazione naturale dell’aria crea una sorta di “effetto camino” che porta verso l’alto i vapori, eliminandoli, consentendo allo strato isolante di smaltire l’eventuale condensa e mantenere asciutto il tetto, in tutte le sue parti. Altro vantaggio è dato dalla resa energetica: si tratta di una copertura che protegge dagli sbalzi di temperatura. Infine, previene la formazione di muffe e funghi, per un benessere interno ma anche per evitare la necessità di manutenzioni straordinarie del tetto.
Tetto non ventilato e problematiche annesse
Un tetto non ventilato non prevede l’intercapedine d’aria e lo strato di copertura poggia e si fissa direttamente sopra lo strato isolante, se previsto, e comunque sopra alla guaina impermeabile. Senza ventilazione il manto di copertura resta spesso umido o bagnato e crea la presenza di muffe e muschi. Inoltre con gli sbalzi di temperatura si possono verificare delle rotture o fessurazioni a livello sia del manto di copertura che degli strati sottostanti, causando di conseguenza diversi danni come infiltrazioni. Non da ultimo sono possibili la comparsa di marcescenze ed il formarsi di muschio e vegetali.
In questa tipologia di tetto le tegole vengono fissate per mezzo meccanico alla struttura, spesso con malte e schiume, che irrigidiscono gli elementi del manto di copertura e ne favoriscono la rottura sia per gli sbalzi di temperatura, che per lievi oscillazioni che si possono verificare (camminandoci sopra per esempio), in quanto gli elementi non hanno margine per assecondare i movimenti. In questo articolo spieghiamo perché è bene non utilizzare la schiuma per il fissaggio dei coppi.
Saper fare la scelta giusta
La principale differenza tra il tetto ventilato e quello non ventilato è la presenza o meno di un passaggio dell’aria tra il manto e l’ultimo strato di copertura. Senza ventilazione i materiali che compongono il tetto restano spesso umidi o bagnati, e sono più vulnerabili agli sbalzi di temperatura. Di conseguenza si possono verificare deterioramenti dovuti al gelo o rotture e fessurazioni dovute alle alte temperature, fattori che poi possono provocare infiltrazioni e muffe.
Per vedere più da vicino i vantaggi di un tetto ventilato vi consigliamo questa lettura: tetto ventilato e sostenibilità ambientale.
Nella scelta del tetto è utile rivolgersi ad un professionista del settore e valutare tutti gli aspetti che possono influire sulla casa e sul tetto. AERtetto con i brevetti AERcoppo® e AERtegola® è leader nella fornitura di tetti ventilati dalle alte prestazioni.