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Lavori alla casa: ristrutturare un tetto vecchio
All’interno dei diversi interventi edilizi può presentarsi la necessità di ristrutturare un tetto vecchio; può capitare per una casa o un edificio storico da ristrutturare, fino a situazioni di recupero edilizio. Prima di procedere con qualsiasi tipo di intervento sul tetto, in questo caso più che in altri, è molto importante attuare un’attenta analisi di base sullo stato di fatto del manufatto edilizio. È opportuno contattare un professionista, esperto in restauro edile, e richiedere un lavoro di analisi e proposta d’intervento.
La norma UNI 8290 colloca le coperture all’interno della classe tecnologica ‘Chiusure’, ovvero l’insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici appartenenti al sistema edilizio con funzione di separare e conformare gli spazi interni rispetto all’esterno. Il loro ottimo stato, sia da un punto di vista strutturale che funzionale, è fondamentale per la sicurezza dell’edificio e di chi ci abita.
Per approfondire l’argomento sulla tipologia dei tetti e sulle caratteristiche di isolamento vi consigliamo gli articoli dedicati all’interno della sezione Blog
Ristrutturare un tetto vecchio: edifici storici e recupero edilizio
Il tetto è parte integrante di una architettura e come tale la sua forma e la tipologia di struttura dipendono da molti fattori, tecnologici e culturali. Dal punto di vista strutturale i tetti a falda possono essere a capriata e orditura in legno, a capriata e profilati d’acciaio, a capriata e pannelli in c.a. precompressi. La prima tipologia, a capriata e orditura in legno, è tipica degli edifici rurali e di edifici oggetto di recupero o restauro.
La struttura portante dei tetti è costituita da due ordini di elementi strutturali:
- la grossa orditura che costituisce la parte resistente principale, formata dalle capriate, le travi di colmo, i falsi puntoni, gli arcarecci, le travi di compluvio e di displuvio ed i puntoni d’angolo.
- la piccola orditura costituita da travicelli e correntini posti a sostegno del materiale di copertura
Gli schemi strutturali più comunemente adottati in Italia sono quelli definiti alla ‘Lombarda’ e alla ‘Piemontese’
Fasi dei lavori
- Smantellamento del vecchio tetto. In questa fase viene ‘ripulito’ il tetto da tutto il materiale di copertura superfluo per poter iniziare i lavori. Asportazione delle tegole o dei coppi (che andranno successivamente smaltite nei centri preposti), dei materiali di isolamento, delle travi eventualmente deteriorate, e dei pluviali. Facciamo presente che, soprattutto nei casi di recupero edilizio dove è bene mantenere l’aspetto originale del tetto, si possono conservare e riutilizzare durante la posa i coppi vecchi, in parte integrati con coppi nuovi. Lo scopo dell’operazione di smantellamento è far emergere la struttura portante e valutarne gli interventi necessari.
- Consolidamento. Se necessario, in seguito ad un progetto, verranno rinforzate le parti strutturali se presenti dei cedimenti. Si può attuare rinforzando le parti esistenti, aggiungendo elementi di supporto o sostituendo piccoli pezzi.
- Ricostruzione pacchetto tecnologico del tetto. A questo punto, all’estradosso della struttura si inizierà con l’impermeabilizzazione, l’isolamento termico, eventuali guaine al vapore e impermeabili, strato di ventilazione, montaggio nuove grondaie ed elementi di finitura fino al completamento con la posa in opera di tegole o coppi.
Come già detto, le tipologie su cui ci troviamo a intervenire principalmente in casi di restauro in Italia sono i tetti a struttura portante in legno. Il legno è un materiale molto resistente ma deve essere rispettato per quanto riguarda il carico imposto dalla copertura. Inoltre proprio per le sue caratteristiche si può leggermente deformare nel tempo, rendendo disomogenee le superfici. Negli edifici storici, o comunque quando ristrutturiamo un tetto vecchio, capita spesso che la struttura in legno presenti piccole deformazioni, di conseguenza non si hanno falde perfettamente planari. Negli interventi di restauro è importante scegliere soluzioni di copertura che non vadano a intaccare la struttura con fori o fissaggi ed allo stesso tempo non vadano a gravare troppo sulla struttura. L’attenzione principale quindi dovrà essere rivolta alla tipologia di copertura ed alla posa. Sempre trovandoci in situazioni di tetti in tegole con copertura ventilata le proposte dell’edilizia sono varie, per i restauri la soluzione più vantaggiosa è la posa con sistema puntiforme di ventilazione: il piedino.
Il sistema di ventilazione citato, tetto ventilato con sistema AERtetto, offre la realizzazione di una copertura ventilata leggera e senza dover forare la guaina e gli strati sottostanti. L’utilizzo di un piedino molto leggero e resistente, senza fissaggio, come supporto e rialzo permette la creazione di una camera di ventilazione continua e soprattutto di assecondare con la posa i piccoli dislivelli che possono esserci sulla falda. Inoltre in caso di riutilizzo dei coppi preesistenti il sistema, grazie ai ganci di ancoraggio dei coppi copertia, si adatta bene conformando il gancio allo spessore del coppo, che per quanto riguarda i coppi antichi non è quasi mai uguale. Con questa procedura i coppi vecchi, ma anche quelli nuovi, non vengono forati per essere fissati. Il risultato è un tetto completamente posato a secco, dove la parte portante è affidata ad una griglia fissata sulla linea di gronda. Una copertura leggera e versatile che poco grava sulla struttura e allo stesso tempo ne migliora le prestazioni.
Prima di procedere con interventi sul tetto è bene contattare un professionista e valutare la miglior soluzione di garanzia nel tempo.