Regola dell’arte
Il concetto di diligenza
Con l’espressione “regola d’arte” si definisce una serie di tecniche e procedimenti indicati come corretti per l’esecuzione di specifiche lavorazioni, generalmente artigianali, e per la realizzazione di manufatti.
La regola dell’arte non può soggiacere a un rigido inquadramento legale, poiché è per sua stessa natura un concetto in costante evoluzione. Essa segue e si conforma al momento storico, adeguandosi ai continui cambiamenti del progresso scientifico e culturale, tipico di alcuni ambiti. Le leggi hanno invece una durata così estesa che il concetto di “regola d’arte” potrebbe risultare già anacronistico a soli pochi anni dal licenziamento di un regolamento legislativo.
La regola dell’arte deve essere considerata un atto obbligatorio anche qualora non formulasse delle precise prescrizioni attuative. Essa pone infatti dei requisiti di carattere basilare e generale che prendono come riferimento due capisaldi fondamentali del nostro impianto legislativo:
- la diligenza del “buon padre di famiglia” (Codice civile)
- la condotta caratterizzata da diligenza, prudenza, perizia e osservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline (Codice penale)
Il principio di regola dell’arte e altre prerogative essenziali ad essa riconducibili sono entrati anche nella legislazione più recente, che richiama una serie di norme tecniche che si possono ormai definire “regolarmente riconosciute”, perché in grado di individuare i requisiti cogenti a cui applicazioni ed esecuzioni devono conformarsi.
Siamo quindi giunti all’applicazione contemporanea dei principi generali di diligenza e delle prescrizioni tecniche indicate dagli Enti normatori (UNI, CEI eccetera). Una fusione che poggia su due cardini essenziali della società moderna: la legislazione e la capacità dell’uomo, pur sempre teso al progresso scientifico, di autonormarsi.